6 marzo 2011

QWERTY

Scrivere spasmodicamente fino al totale consumarsi delle lettere sulla tastiera. Fino a non leggere più la scritta QWERTY, ed infischiarsene visto che ormai sono inutili. Operare per asportazione come uno scultore che tira fuori il superfluo dal blocco di pietra che contiene la sua scultura. Plasmare la mente propria e altrui scrivendo e condividendo il proprio pensiero.

Sì perché di pensiero si parla. Il pensiero negato, il pensiero bistrattato, il pensiero ridotto a condivisione e interpretazione di link, video, status, su social network. Quel social network. La distanza che diventa ansia. Ansia da prestazione ed ansia di comunicare. Dover comunicare. Essere lì per esistere, per resistere. Citare sociologi da pianerottolo (vedi Ziggy Bauman) per sembrare più cool. Strutturare ragionamenti dalle forme geometriche più improponibili e complesse per non saper accettare la propria incapacità di essere normali. Non voler andare a parare da nessuna parte. Solitudine, immensa solitudine di un volto riflesso allo specchio di uno schermo lucido. Il tuo volto. Il mio volto.

Probabilmente arrivati a questo punto una metà dei lettori avrà già cambiato pagina (ed hanno fatto solo bene :-P ), poco importa.







Circa 1/10 dei lettori arriverà a fine post, meglio ancora. Grazie di essere capitato sul mio blog, ora potrò vedere da dove arrivi, che provider usi, quale sistema operativo, quale browser e chi mi concede gratuitamente questo spazio potrà orientare la sua pubblicità sui tuoi gusti. Tutto ciò ti spaventa? A me no, la privacy è un retaggio del passato e nel presente ci siamo dentro fino al collo. E non dite che sono cinico, sono semplicemente onesto.

Fine, o quantomeno pausa.

5 marzo 2011

Messaggi in codice

La gente non capirà, ma questo è tutto ciò che mi viene in mente al momento.