2 aprile 2009

What the hell I'm doing here?

Ovvero, ritorno al vecchio stile, ovvero, scrivo un pezzo come se fosse vomitomerda di inizio 2007, magari tecnicamente un po’ più raffinato, magari no.

Questo pezzo tratta del belloccio dei Radiohead. Ed O’Brien. Quello che nei concerti sta sul palco, a sinistra (e dico che sta a sinistra e non a destra perché suppongo tu, caro lettore, NON sia uno dei Radiohead), quello che, parliamoci chiaro, non fa un cazzo. Sta li, chitarrina in mano, suona, con pennata rapidissima e inconsistente, riff, giri... Cose ben al di sotto della soglia dell’udibile – cose che, tra l’altro, il fan saccentello che hai sempre vicino ad un concerto dei Radiohead ti definisce, nell’ordine: evocativi, mistici, “atmosfera”. Ora, che il fan saccentello non le senta nemmeno lui le cose che fa il belloccio, non te lo rivelerà mai, ma è così, il belloccio finge.
Vi sfido, sfido te Impo, sfido pure la cieca di Sarabanda a capire al minuto 1.49 cosa cazzo sta suonando il belloccio dei Radiohead.



E fa sempre così. Deve essere terribile. Voglio dire, Thom Yorke è Thom Yorke, è Thom “diochedolore” Yorke. E’ celebre. Canta, suona il piano, suona la chitarra ,“sona chitara sona”. Il piccolo Greenwood pure. E’ quello che fa i live acustici così intimisti con Thom che piacciono tanto alle frangette milanesi e all’intenditore (“comunque Jhonny Greenwood sa suonare bene cinquecento strumenti, dei quali due terzi sono cose che potresti trovare nell’armadio di una segheria, mica cazzi” e ti dà di gomito). Il grande Greenwood, il bassista, vabè, è quello del giro di “The national anthem”, a suo modo lo abbiamo ascoltato un po’ tutti. Sta dietro, in disparte, dietro il belloccio, però si sente che suona. Il batterista, il mio amato Phil Selway, macchina ritmica straordinaria, il genio di “Morning Bell”... Vabè qui sono di parte perché, lo scandisco, a-d-o-r-o Phil Selway.

Poi c’è lui. Il belloccio. La sua pagina di Wikipedia dev’essere stata un parto: l’enciclopedia libera ci comunica che Ed è il più alto della band (sticazzi), che “tiene famiglia”, moglie e due figli (sticazzi^2), che tifa Manchester (notiziona). Ma non ci dice che non fa nulla, che non suona. Niente di niente, lo stronzo. Te lo ritrovi sempre lì, a sinistra sul palco, che bighellona.
Sarà per l’estetica? Ed piace alle donne, se si accorgono che esiste. Sarà che i tempi dei muri di suono sono finiti (in effetti tre chitarre non sono mai servite a nessuno), sarà che Ed si è dovuto riconvertire alle “atmosfere rarefatte”, ai “raffinati intrecci chitarra-tastiere”, lui che è chiaramente un grezzone di origini irlandesi, dedito, come gli irlandesi tutti, ai puttanoni, all’alcol e alle schitarrate alle quali poi seguono risse clamorose.

Magari... Magari invece è un timidone. E allora me lo immagino mentre fa ascoltare al gruppo, tutto contento, l’ultimo suo girettino che non si sente. Thom gli urla di alzare il volume della chitarrina, ma Ed nicchia, si disinteressa, ci ha le note nella testa, e le continua a immaginare, le note, gli accordi meravigliosi che suona e che nessuno sente.

31 marzo 2009

Inquinamento nel mondo- Viva la Padania!




In rosso le aree più inquinate del pianeta e d'Europa.
In Padania siamo un po' nella pupù.