26 novembre 2015
6 marzo 2011
QWERTY
Sì perché di pensiero si parla. Il pensiero negato, il pensiero bistrattato, il pensiero ridotto a condivisione e interpretazione di link, video, status, su social network. Quel social network. La distanza che diventa ansia. Ansia da prestazione ed ansia di comunicare. Dover comunicare. Essere lì per esistere, per resistere. Citare sociologi da pianerottolo (vedi Ziggy Bauman) per sembrare più cool. Strutturare ragionamenti dalle forme geometriche più improponibili e complesse per non saper accettare la propria incapacità di essere normali. Non voler andare a parare da nessuna parte. Solitudine, immensa solitudine di un volto riflesso allo specchio di uno schermo lucido. Il tuo volto. Il mio volto.
Probabilmente arrivati a questo punto una metà dei lettori avrà già cambiato pagina (ed hanno fatto solo bene :-P ), poco importa.
Circa 1/10 dei lettori arriverà a fine post, meglio ancora. Grazie di essere capitato sul mio blog, ora potrò vedere da dove arrivi, che provider usi, quale sistema operativo, quale browser e chi mi concede gratuitamente questo spazio potrà orientare la sua pubblicità sui tuoi gusti. Tutto ciò ti spaventa? A me no, la privacy è un retaggio del passato e nel presente ci siamo dentro fino al collo. E non dite che sono cinico, sono semplicemente onesto.
Fine, o quantomeno pausa.